Vorrei proporvi un metodo che spesso uso nell’improvvisazione, soprattutto in ambito funky\fusion\jazz e derivati. Il concetto di base è semplice: alla progressione di base io aggiungo mentalmente una sovrastruttura di accordi. Faccio un esempio per farvi capire meglio.
Una qualità importante che il bravo improvvisatore deve avere è quella di saper sottolineare gli accordi e i vari cambi.
In questa breve ma secondo me utile lezione vi propongo esercizio che ritengo molto efficace per sviluppare queste capacità: l’improvvisazione play alone.
Il concetto è molto semplice: decidiamo ad esempio una serie di 4 accordi e cerchiamo di sottolinearli e quindi renderne la sonorità senza l’ausilio di una base, in pratica con il nostro solo strumento.
Di fronte a qualsiasi progressione armonica dallo standard jazz alla “canzone del sole” il chitarrista (o musicista in generale) si pone il problema di come improvvisarci sopra.
I ragionamenti sono più o meno uguali per tutti: troviamo un eventuale tonalità comune, individuiamo le modulazioni eccetera.
Anche in fase di composizione spesso si tende a costruire brani su una scala: allora avremo la tipica “cavalcata” a suon di arpeggioni e note pivot sulla scala minore armonica depilandoci il petto come Malmsteen, oppure una bella diminuita alla Mike stern suonando il più out possibile e via dicendo.
Il questo mio primo articolo vorrei mostrarvi come poter creare sonorità in stile jazz-fusion senza ulilizzare scale armonicamente complicate (melodiche,esatonali,diminuite ecc.), ma soltanto con l’aulisio della scala maggiore (ed annessa pentatonica).
VINTAGE VAULT
Una qualità importante che il bravo improvvisatore deve avere è quella di saper sottolineare gli accordi e i vari cambi.
In questa breve ma secondo me utile lezione vi propongo esercizio che ritengo molto efficace per sviluppare queste capacità: l’improvvisazione play alone.
Il concetto è molto semplice: decidiamo ad esempio una serie di 4 accordi e cerchiamo di sottolinearli e quindi renderne la sonorità senza l’ausilio di una base, in pratica con il nostro solo strumento.
Di fronte a qualsiasi progressione armonica dallo standard jazz alla “canzone del sole” il chitarrista (o musicista in generale) si pone il problema di come improvvisarci sopra.
I ragionamenti sono più o meno uguali per tutti: troviamo un eventuale tonalità comune, individuiamo le modulazioni eccetera.
Anche in fase di composizione spesso si tende a costruire brani su una scala: allora avremo la tipica “cavalcata” a suon di arpeggioni e note pivot sulla scala minore armonica depilandoci il petto come Malmsteen, oppure una bella diminuita alla Mike stern suonando il più out possibile e via dicendo.
Il questo mio primo articolo vorrei mostrarvi come poter creare sonorità in stile jazz-fusion senza ulilizzare scale armonicamente complicate (melodiche,esatonali,diminuite ecc.), ma soltanto con l’aulisio della scala maggiore (ed annessa pentatonica).
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