di eriktulissio [user #28153] - pubblicato il 26 giugno 2015 ore 09:30
Batteria. Affrontiamo un fill strutturato su una sequenza di sestine in sedicesimi. Il fraseggio è caratterizzata dall'uso del charleston che non si stacca mai in maniera troppo netta dal groove, garantendo una certa continuità tra portamento ritmico e fraseggio solista.
Batteria. Affrontiamo un fill strutturato su una sequenza di sestine in sedicesimi. Il fraseggio è caratterizzata dall'uso del charleston che non si stacca mai in maniera troppo netta dal groove, garantendo una certa continuità tra portamento ritmico e fraseggio solista.
Questo fill è presente nel groove che abbiamo analizzato nella lezione precedente.
Il primo elemento che contribuisce alla sensazione che il fill risulti come una vera e propria alterazione del groove - più che un break a sé stante - è il fatto che il battere di ogni movimento sia accentato. Gli altri accenti stanno sul terzo sedicesimo di sestina sul primo movimento, sul secondo sedicesimo del secondo movimento e, di nuovo, sul terzo sedicesimo sul terzo movimento. Tutto l'ultimo quarto è eseguito con una dinamica forte per creare un effetto di crescendo che agevola prepotentemente il reingresso sul groove.
Attenzione alla diteggiatura in paradiddle fra il secondo e quinto sedicesimo di sestina su tutti tre i primi movimenti. Ecco la sequenza trascritta:
Come sempre, raccomando di studiare partendo molto lentamente così da focalizzare al meglio il movimento delle mani intorno al set e assicurarsi di eseguire scrupolosamente le dinamiche: solo grazie a queste attenzioni renderemo il passaggio fluido e musicalmente coerente e saremo in grado di gestirlo senza problemi sia a velocità metronomiche più elevate, sia a velocità ridotte.
Ci tengo a rimarcare che quella proposta in questa trascrizione è una mia personale orchestrazione delle tante possibili per questo pattern.
Consiglio quindi di sperimentare in autonomia altre soluzioni personalizzate, cominciando dal variare magari anche un colpo solo per volta. L’obiettivo di ogni musicista deve essere trovare quelle più funzionali al proprio set e gusto musicale. Con una orchestrazione differente, elaborata sulla base del musicista che la studia ed esegue, il fill suonerà completamente diverso, nonostante le diteggiature siano identiche.