Ridurre un circuito è senz'altro una operazione vantaggiosa, specialmente in un apparecchio valvolare, perché a parità di prestazioni possono variare veramente di molto i pesi e gli ingombri.
Non esiste uno chassis con il lato lungo di 20cm e poi un altro di 21 e un altro ancora di 24, ma di solito da 20 si passa a 27 e poi a 34 e così via, quindi l'esigenza di avere 2cm in più può comportare l'adozione di un contenitore più lungo di 10/12cm, e ben sapete quanto incidono nel fattore peso 10cm di legno e di metallo.
Se si confronta la piastrina in basso con le monetine e il pacchetto di odorose Marlboro ci si può rendere conto, per comparazione, di quanto possa essere minuscolo quello stampato che riesce ad asservire un amplificatore della potenza di 20 o 40 o più watt ospitando anche il circuito di bias.
Naturalmente quelle dimensioni per quella corrente. Non si può pensare di farlo attraversare dalla corrente necessaria per le anodiche delle finali o per le griglie schermo, quindi la seconda piastrina, quella in alto, che può essere allocata con le medesime viti necessarie per il trasformatore di alimentazione, e che contiene tutte le capacità e le resistenze per dividere i vari stadi.
Dai potenziometri si va alla piastrina, dalla piastrina alle valvole, quindi una sorta di point to point molto più facile da approntare e per un risultato assolutamente identico.
Qualcuno solleverà la solita obiezione che il PTP è più facile da riparare, sperando che non affermi che suona meglio, ma un circuito viene concepito per funzionare, non per guastarsi.