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Sistema Paese: giovani meridionali
di
strato78
[user #17091]
- pubblicato il
10 settembre 2013 ore 14:11:16.
Quanti accordiani vi si riconoscono?
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Non mi riconosco, ma mi ...
di
dale
[user #2255]
commento del
10/09/2013 ore 14:46:19
Non mi riconosco perchè ho fatto un percorso studio/lavoro diverso, ma mi è piaciuto!
Credo che però sia la stessa situazione che vivono moltssimii giovani, non solo al sud, dove certamente la situazione lavoro è preoccupante, da tanto tempo.
Rispondi
Re: Non mi riconosco, ma mi ...
di
strato78
[user #17091]
commento del
11/09/2013 ore 12:01:05
La cosa grave è che magari il tuo percorso lavoro/studio altrove è una regola mentre in questo paese rappresenta un'eccezione sempre più evidente.
Rispondi
triste
di
feder
[user #17573]
commento del
10/09/2013 ore 17:24:37
bel montaggio, rispecchia bene,credo, la situazione giovanile che piano piano stà prendendo tutta l'italia
Rispondi
Re: triste
di
strato78
[user #17091]
commento del
11/09/2013 ore 11:59:29
Una situazione che sembra destinata a stagnare grazie al disinteresse di una classe politica acefala ed alla complicità delle stesse vittime rassegnate, impotenti, incapaci di fare un corpo e cambiare le sorti proprie e delle generazioni future.
Rispondi
L'italia
di
smilzo
[user #428]
commento del
11/09/2013 ore 10:08:22
Art 1. L'Italia è una repubblica fondata sul voto di scambio.
;)
Rispondi
Re: L'italia
di
strato78
[user #17091]
commento del
11/09/2013 ore 11:57:28
Purtroppo sì... ma è anche una repubblica di giovani incapaci di combattere per i loro diritti.
La mia generazione, a dispetto degli enormi mezzi di comunicazione dei quali dispone, tra i tanti penso ai social network, non riesce proprio a vedersi come collettività, ma come somma di individualità che soffrono, si lamentano, si lasciano schiacciare e si fanno sottrarre giorno dopo giorno le prospettive di una vita dignitosa, sacrificandola ad auto blu, pensioni d'oro, enti inutili e una moltitudine di politici incompetenti. Ci resta il M5S....
Rispondi
Re: L'italia
di
smilzo
[user #428]
commento del
11/09/2013 ore 15:51:07
Io non riporrei cieca fiducia nel M5S, proprio per quello che hai scritto sopra: l'italiano si vede come somma di individualità, ed ognuno vorrebbe far prevalere i propri interessi e diritti.
I partiti non sono più portatori di ideali, ma di interessi... vince uno, perdono gli altri.
Il M5S è formato da tali cittadini... è pur vero che parte degli attivisti attuali è capace di ragionare come collettività sul bene comune. Ma io la percepisco come una minoranza.
Prova ne sia come alcuni problemi abbiano creato fazioni e spaccature, con Grillo che a modo suo gettava benzina o accendeva il cerino, e non siano stati l'opportunità per aprirsi alle idee ragionando in maniera comune (a parte che continua a mancare la piattaforma di democrazia promessa e che sta alla base del M5S, nel non statuto...).
Nel M5S abbiamo una concentrazione di persone oneste, la speranza è che contagino le persone con l'esempio...
Rispondi
Re: L'italia
di
Kata_ts
[user #2290]
commento del
11/09/2013 ore 21:39:31
analisi profonda Strato78
incapaci di combattere ! ma non si può dare la 'colpa' a solo a loro ;/
WiWa!
Rispondi
Re: L'italia
di
strato78
[user #17091]
commento del
12/09/2013 ore 10:16:06
La colpa è un po' di tutti: siamo l'infanzia di un popolo senza genitori in vista.
Rispondi
Re: L'italia
di
Guycho
[user #2802]
commento del
12/09/2013 ore 10:47:45
In effetti il titolo "Il Combattente" sembra ironico.
Le generazioni passate lottavano per migliorare, cosa che i nati dagli anni 80 in poi non hanno mai fatto.
Rispondi
grande cristian, ben detto ma ...
di
feder
[user #17573]
commento del
11/09/2013 ore 14:19:01
grande cristian, ben detto ma resta difficile capire il perchè di tanta passività.saluti da federico.
Rispondi
Re: grande cristian, ben detto ma ...
di
Kata_ts
[user #2290]
commento del
11/09/2013 ore 21:40:01
non credono in sé stessi.
Rispondi
Non mi è piaciuto per ...
di
alexus77
[user #3871]
commento del
13/09/2013 ore 07:45:37
Non mi è piaciuto per niente.
Rispondi
Re: Non mi è piaciuto per ...
di
strato78
[user #17091]
commento del
13/09/2013 ore 12:24:34
Posso chiederti una critica più dettagliata?
I pareri contrari sono quelli che di solito ti mostrano quello che ti sfugge, quindi i più interessanti:
appena hai cinque minuti, spiegami cosa non hai condiviso.
Grazie! ;)
Rispondi
Re: Non mi è piaciuto per ...
di
alexus77
[user #3871]
commento del
17/09/2013 ore 12:30:36
Martinez ha già detto tutto qui sotto. Aggiungerei ai suoi commenti che oggi la forza lavoro e' ancora più mobile e quindi la competizione è su scala globale. Per questo l'economia italiana sta affondando ancora più rapidamente, perché non attira talento. Del filmato ho trovato assolutamente detestabile i vittimismo che traspare dai dialoghi. Francamente con quell'atteggiamento e quelle risposte al colloquio dubito che il nostro sarebbe stato in grado di trovare lavoro all'estero.
Rispondi
Re: Non mi è piaciuto per ...
di
strato78
[user #17091]
commento del
17/09/2013 ore 13:14:53
Adesso ho afferrato il senso del tuo precedente commento.
Nel primo video questo atteggiamento del quale parli traspare in modo evidente ed è un atteggiamento diffuso tra chi uscito dall'università e non trova un lavoro che scenda dal cielo o comunque nelle immediate vicinznze, la seconda fase (quella della giustificazione) il protagonista tende a confondere la sua realtà locale come un modello in scala dell'intero paese e quindi, continuando a svolgere un lavoro umile, ad ogni ostacolo che trova nel suo "habitat" fa corrispondere un ulteriore elemento rafforzativo delle tesi che adopera come scusa (colloquio di basso profilo, amico senza arte nè parte che si "butta in politica", i modelli mediocri offerti dai mass media, ecc...) e, nel secondo video, passa da uno stato di quasi depressione all'accettazione dello status quo, rimettendosi in gioco e, finalmente, tentando una svolta che parte comunque da un iniziale sacrificio, ma che gli apre un ventaglio di speranze che con il lavoretto precedente non avrebbe mai avuto. Forse questi passaggi non sono evidentissimi nel corto, ma vi sono: probabilmente hai affrontato un percorso diverso (meno male!) e non hai riconosciuto alcuni stati d'animo che sono stati denominatore comune sia di chi si è messo in gioco (senza cedere a primi insuccessi) sia di chi, fermandosi prima, ha ceduto ai primi ostacoli ed ha finito per costruire ulteriori alibi personali alla realtà. L'enfasi sugli aspetti più deprimenti, vittimistici ed ovvi è portata all'estremo, ma lo scopo di questo si risolve nel finale dove il messaggio è reso chiaro:
a prescindere dai limiti e dalle tare del luogo nel quale vivi, smettila di lamentarti e trova il tuo posto nel mondo, anche se il punto di partenza (sia per chi resta che per chi parte) è sempre legato a qualche sacrificio.
Rispondi
Re: Non mi è piaciuto per ...
di
alexus77
[user #3871]
commento del
17/09/2013 ore 19:32:28
Per cti versi il mio percorso è stato invece simile, deluso in Italia, emigrato all'estero. È qui che vedo un problema nel racconto: difficilmente chi si vede così finisce con il prendere e partire secondo me, vedo troppo vittimismo in questo video, e il protagonista non si fa mai una buona domanda: sono il candidato ideale o no? E se non lo sono, cosa mi manca? Scaricarlo solo con un "perché c'è il paraculato" è riduttivo. Al video poi manca credibilità per la assenza di dettagli sul futuro, così finisce con un tono nostalgico da emigrato stile 1900, valige di cartone e panfilo, quando invece sarebbe stato più bello vedere un discorso che va oltre l'autocommiserazione poco produttiva, verso una analisi delle differenze tra i sistemi economici esteri e quello domestico. Nota a margine, i paraculati ci sono anche all'estero ;)
Rispondi
Bel corto, fatto bene e ...
di
Martinez53
[user #23272]
commento del
13/09/2013 ore 09:16:35
Bel corto, fatto bene e privo di quel senso di dilettantismo che spesso si avverte nei cortometraggi.
Per quanto riguarda il contenuto, sono d'accordo sul fatto che in Italia Nord o Sud è uguale, vai avanti solo se sei raccomandato. Sono d'accordissimo anche sul fatto che i giovani DEVONO fare esperienze fuori dal loro territorio d'origine e, non si chiama più "emigrare", ma fare esperienza, meglio se all'estero.
Io lo doco subito, sono un privilegiato, ho sessant'anni sono in pensione, e ho una pensione equivalente a uno stipendio che molti giovani nemmeno si sognerebbero... Ho lavorato quarant'anni, ho pagato i giusti contributi e sono nato in un'epoca in cui esistevano ancora delle certezze. Oggi non è più così (punto).
Allora che fare?
Bisogna adattarsi alla situazione, che in buona sostanza vuol dire sbattersi e sputare sangue...
Oggi non c'è più un lavoro per tutti, c'è solo un lavoro per i migliori, gli altri laureati e non, sono destinato ai call-center.
Io ho lavorato nella grande industria fino a ricoprire un ruolo di una certa importanza, negli ultimi anni il mio incarico era di seguire i giovani ingegneri e accompagnarli nell'inserimento nell'azienda.
In base alla mia lunga esperienza, posso assicurare che, nell'ambito della mia materia, la meccanica, un ingegnere uscito dal Politecnico di Torino ha una preparazione di gran lunga superiore a quella di un ingegnere meccanico laureatosi in una qualunque università del centro sud.
Quindi esiste un gap culturale, e questo pesa...
Del resto aldilà della raccomandazione o meno, oggi non basta una laurea presa magari per il rotto della cuffia a garantirsi "il posto" oggi viviamo in un mondo in cui la concorrenza è spietata e solo i migliori hanno QUALCHE possibilità quindi, la laurea non è più un punto di arrivo ma è diventata "solo" il punto di partenza.
Per avere qualche possibilità bisogna mettersi in concorrenza con gente che è uscita col massimo dei voti, che ha fatto dei master e che conosce le lingue a menadito. Lo so non è uno scherzo. E' un fatto che oggi, quando si va a chedere un lavoro che non sia di basso livello, bisogna presentarsi con con un curriculum PESANTE, che nel caso del neolaureato consiste nella preparazione di base. Le aziende si rimpinzano di raccomandati, lo so, l'ho visto e subito, ma le grandi aziende sanno chi sono i migliori, sono informate e non se li lasciano scappare. Poi c'è l'alternativa estero, partire per l'estero è oggi la scelta migliore, Germania, Inghilterra, Francia, USA ecc. sono affamate di giovani preparati, è un'opportunità da non scartare.
Concludendo, nel corto non si capisce quale sia il livello del giovane: se è laureato, dove ha preso la laurea, con quale punteggio, se ha fatto dei master, se conosce le lingue... Niente, si sa che è uno che cerca lavoro e non lo trova. Un po' pochino per chi vive in un mondo di squali, e deve/dovrebbe confrontarsi con i meglio studenti d'Italia. Difatti alla domanda: "Perchè lei vorrebbe venire a lavorare da noi" la miglior risposta sarebbe "Perchè io sono il migliore"
Ciao!
Rispondi
Re: Bel corto, fatto bene e ...
di
dale
[user #2255]
commento del
13/09/2013 ore 12:44:05
Analisi impeccabile, cosa si può aggiungere?Hai detto tutto, in più basato sulla tua esperienza.
Rispondi
Re: Bel corto, fatto bene e ...
di
Martinez53
[user #23272]
commento del
13/09/2013 ore 13:14:10
Grazie, troppo buono...
Rispondi
Mi piace...
di
strato78
[user #17091]
commento del
13/09/2013 ore 13:01:20
Analisi acuta la tua: raffinata con il probabile intervento di tanta esperienza nel mondo del lavoro.
Il contesto molto generale del film è voluto ed ha lo scopo di far riflettere un largo spettro di giovani che potrebbero così identificarsi, avere, a vario titolo, un déjà-vu:
il protagonista laureato (ed aiuto barista) è bravo o no? La critica è di stampo nazionale o locale? Qual'è il peso del clientelismo? Dove finisce lo spirito di sacrificio ed inizia lo sfruttamento pro è semplice?
Dalla riflessione dello spettatore nascono le risposte possibili, tutte parziali, particolari, personali che si sommano in una critica intrinseca al sistema paese in generale.
In Italia, come anche tu facevi notare, a prescindere dal livello di bravura, istruzione, possibilità di impiego effettiva, c'è sempre una mano nascosta (la politica ed il suo sistema collusivo) che sottrae risorse da destinare il più delle volte a favore di mediocri con il parente giusto, l'amico giusto o una qualsiasi merce di scambio appetibile. Al sud, dove si registra storicamente più fame di lavoro ed un livello meno diffuso di senso civico e conoscenza dei propri doveri/diritti di cittadino, queste differenze sono più marcate che altrove, principalmente nel pubblico ma senza che il privato sia esente del tutto dal fenomeno: la differenza tra pubblico e privato, in certe scelte, è dettata dalla rispettiva responsabilità verso il capitale che si gestisce, conferendo una marcia in più al settore privato che per sopravvivere deve produrre risultati, specialmente in un regime di competizione globale.
Dov'è la politica quando c'è bisogno di orientare i giovani verso il mondo del lavoro?
Dov'è quando potrebbe mostrare le maggiori possibilità d'impiego di un mestiere appreso bene rispetto ad una laurea presa per il rotto della cuffia?
Dov'è quando c'è da spiegare che solo un tot di persone dopo la laurea troveranno un impiego e che quindi forse aprire le facoltà a tutti, piuttosto che ai migliori, provoca più miseria che altro?
Dov'è quando l'UE somministra fondi per la formazione e regioni come la Campania finanzia i corsi per estetiste e veline (ebbene sì..) quando forse potrebbe puntare su figure professionali utili all'industria e praticamente irreperibili perché non si sa chi dovrebbe formarli?
Parcheggiare un'intera generazione di giovani nelle facoltà italiane è stato a lungo un buon metodo per postdatare il problema del loro sbocco occupazionale e lucrare attraverso le tasse su questa anomalia, magari per sostenere quel tipo di università, di dipartimenti e di cattedre utili più a chi vi è impiegato che a chi ne usufruisce.
Il ragazzo nel corto non ha nemmeno il tempo di presentare le sue competenze durante il colloquio ed il motivo salta fuori appena esce dalla stanza dove viene esaminato.
Perché non afferma di essere il migliore? Perché magari è umile, magari è il migliore ma non sa di esserlo, magari sa di non esserlo...
Ovviamente, delegare le responsabilità dei nostri insuccessi e/o delle nostre sofferenze a chi abbiamo delegato a nostra volta, è immaturo, inutile, irresponsabile: è questa generazione che deve trovare il riscatto con tutti gli strumenti che ha, facendo le scelte giuste, facendo anche tutti i sacrifici del caso senza perdere di vista il sottile confine tra l'uomo e le bestie da soma.
In buona sostanza, siamo tutti responsabili e tutti dobbiamo combattere per risollevarci, ma senza allontanarci dagli strumenti di civiltà, rinunciando ad un po' d'individuo per voltare lo sguardo verso la collettività...
Alla mia generazione direi che, anche se molti di noi sono stati (o si sono) bruciati, si sentono rassegnati, esanimi, insoddisfatti, c'è sempre la responsabilità di rendere questo paese civile per le future generazioni: possiamo anche consumarci nei sacrifici e negli "avrei potuto", ma dobbiamo far trovare un Paese migliore ai figli che ci guardano da piccoli come fossimo degli dei e che, crescendo, potrebbero in futuro farci divorare dai sensi di colpa con quegli stessi occhi.
Rispondi
Azzz... bella risposta e... belle ...
di
Martinez53
[user #23272]
commento del
13/09/2013 ore 13:40:02
Azzz... bella risposta e... belle domende!
Dunque, mi concentrerei su pochi ma semplici concetti:
Mi è capitato più volte che mi venisse proposto dall'ufficio personale qualche "figlio di Dio" noi li chiamavamo così, al quale rivolgere, in qualità di capufficio, un occhio di riguardo.
Devo però riconoscere che spesso si trattava di persone molto valide, motivate e piene di grinta, le poche che si sono dimostrate dei perfetti imbecillotti, non hanno fatto molta strada...
Questo nel privato.
Nel pubblico (mia moglie lavora in Regione e spesso qualcosa mi racconta) succede esattamente il contrario, più sei scemo, più sei raccomandato e più vai avananti.
Alla domanda: "Dov'è lo stato?" Credo che la risposta sia elementare:
LO STATO SIAMO NOI.
Tradotto in italiano antico classico è: Chi ci governa è esattamente chi abbiamo votato. (Punto)
Volendo essere molto pragmatico, direi che: Un giovane italiano, indipendentemente da quale sia la preparazione scolastica, ha una sola strada davanti: Andare via perchè qui non c'è più niente.
Io abito a Torino, e posso garantire che qui, come in altre città del nord, non c'è più niente. Non va meglio al Sud, dove oltre alla cronica assenza di lavoro, non c'è partecipazione civile.
Quindi per non morire esiste una sola via d'uscita: Andare via.
In ultimo mi preme ribadire un concetto che è questo:
Oggigiorno, quando si va a chiedere un lavoro che non sia di basso livello, non ci si può più presentare con le mani vuote perchè in un mondo in cui la disoccupazione è cronica, tu combatti contro migliaia di giovani come te, sono migliaia se non milioni nella tua stessa situazione, con le tue stesse necessità, non ti puoi permettere di essere uno come tanti, devi per forza avere qualcosa in più degli altri perchè questa è una guerra senza esclusione di colpi e non è un mondo per deboli. Ecco che allora o hai la raccomandazione o hai una preparazione culturale/scolastica di primissimo livello, per tutti gli altri non c'è nulla.
Certo poi si può entrare nel discorso del diritto allo studio per tutti, dei costi dello studio ecc. ecc. ma è tutto un altro paio di maniche.
Ciao!
Aldo
Rispondi
Re: Azzz... bella risposta e... belle ...
di
strato78
[user #17091]
commento del
17/09/2013 ore 10:30:47
Nulla da aggiungere! :)
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